alto medioevo

Alto Medioevo

Il Museo dell’Alto Medioevo nasce con l’obiettivo di dotare Roma di un museo archeologico dell’età postclassica e di promuovere la ricerca su un periodo strategico per lo studio della trasformazione del mondo antico.

Storia e origini delle collezioni

Inaugurato nel 1967 nel Palazzo delle Scienze all’Eur, il Museo dell’Alto Medioevo espone, per la maggior parte, oggetti provenienti da Roma e dall’Italia centrale. Il percorso inizia con la Roma tardoantica a cui seguono le testimonianze dell’occupazione longobarda in Umbria e nelle Marche. Un importante gruppo di rilievi marmorei testimonia la successiva età carolingia. Rilievi e tessuti copti offrono un esempio significativo della produzione artistica dell’Egitto tardoantico e altomedievale. Il percorso si conclude con la straordinaria decorazione in opus sectile (intarsio di marmi colorati) che ornava la sala di rappresentanza di una villa (domus) monumentale fuori Porta Marina a Ostia.

Il percorso museale

Il percorso museale è suddiviso in otto sale: Sala I – Roma tardoantica (IV-VI secolo d.C.); Sale II e III – Le necropoli longobarde di Nocera Umbra e Castel Trosino (fine VI – seconda metà VII secolo d.C.); Sale IV e V – Rilievi marmorei di epoca carolingia (VIII-IX secolo); Sale VI e VII – Insediamenti altomedievali della Campagna Romana (VIII – X secolo); Sala VIII – Tessuti copti (V – IX secolo) e Sala dell’opus sectile di Porta Marina

Alla Roma tardoantica (IV-VI sec.) risalgono tre ritratti imperiali, alcune epigrafi votive e funerarie e una preziosa fibula a balestra in oro con decorazione a traforo.

Seguono le testimonianze dell’occupazione longobarda in Umbria e nelle Marche (VI-VII sec.) con le due più importanti necropoli dell’Italia centrale (Nocera Umbra e Castel Trosino), che ne costituiscono il nucleo di eccellenza con i loro corredi di armi, gioielli, avori, vetri e vasellame di bronzo e ceramica.

La successiva età carolingia è illustrata da un cospicuo gruppo di rilievi marmorei provenienti dalla decorazione architettonica delle chiese di Roma e del Lazio, profondamente rinnovate all’epoca della “rinascenza carolingia” (IX-X sec.). Allo stesso periodo appartengono gli arredi e gli oggetti d’uso provenienti da due aziende agrarie di fondazione papale, le domusculte di S. Cornelia e di S. Rufina, create nella campagna romana per l’approvvigionamento della città (fine VIII-X sec.) e perdurate con altre funzioni fino al pieno Medioevo.

Il percorso prosegue con la collezione copta costituita da rilievi e tessuti che offrono una esemplificazione significativa della produzione artistica dell’Egitto tardoantico e altomedievale (V-X sec.).

Conclude il percorso una sezione dedicata alla ricostruzione integrale della straordinaria decorazione a intarsio di marmi colorati (opus sectile) che ornava una sala della domus monumentale fuori Porta Marina ad Ostia Antica risalente alla fine del IV secolo d.C. Si tratta dell’unico esemplare di decorazione in opus sectile tardoantico quasi completamente recuperato. Puntualmente datata alla fine del IV secolo d.C. per il fortunato rinvenimento di una moneta di bronzo di Massimo (383-388 d.C.) nella malta di allettamento di uno dei pannelli con leone, lo straordinario monumento ostiense è noto nella letteratura archeologica fin dagli anni della scoperta avvenuta nel 1959.