Biblioteche
L’unificazione dei musei nazionali di preistoria-etnografia, arte orientale, alto medioevo, arti e tradizioni popolari, ha permesso al Museo delle Civiltà di essere un punto di riferimento per la ricerca demoetnoantropologa e degli studi di settore per la preistoria e il Medioevo anche per il settore bibliotecario.
Biblioteca di preistoria ed etnografia
“Ho stimato utile di iniziare, insieme col Museo, e qual necessario suo completamento, la raccolta delle pubblicazioni etnologiche e paleoetnologiche. Le prime sono fin qui assai poche, a motivo del costo di esse, ma altrettanto non è da dire delle seconde. Molte furono acquistate colla dote ordinaria, ma l’incremento maggiore procede da parecchi doni ricevuti da scienziati esteri, e più poi da quelli che feci io stesso. Giudicai opportuno di regalare alla nascente biblioteca, oltre a molte altre, tutte quante le scritture di paleoetnologia italiana, che riuscii a radunare con ore non poche nel lungo periodo di vent’anni. Anche per questa parte insomma, come in ciò che si attiene alle varie collezioni del Museo, mi faccio un dovere di considerare, come indirizzato ad esso ogni dono che io ricevo. A me preme soltanto che questo Istituto riesca più che sia possibile utile agli studiosi, e degno della città ove è sorto”.
Luigi Pigorini, 1881
È una biblioteca specializzata che dalla fondazione dell’Istituto (1875) ad oggi rappresenta un fondamentale polo di riferimento per gli studi di archeologia preistorica e di etnoantropologia. Si è arricchita grazie ad importanti acquisti e lasciti, divenendo, con i suoi oltre 70.000 volumi, la più antica e ricca raccolta italiana di materiale bibliografico paletnologico ed etnoantropologico.
Il suo progressivo incremento è assicurato da una fitta rete di scambi del Bullettino di Paletnologia Italiana e delle altre pubblicazioni non periodiche dell’Istituto con le più importanti istituzioni scientifiche nazionali e internazionali di archeologia e di etnografia.
Le sue collezioni si sono notevolmente ampliate grazie a tre importanti acquisti: il fondo Edmund Leach (1991), il fondo Vittorio Lanternari (1997) e il fondo Antonio Radmilli (1999).
Complessivamente si tratta di circa 20.000 nuove unità bibliografiche che hanno trasformato la biblioteca in un vero “centro d’eccellenza” per gli studi di paletnologia e di demoetnoantropologia.
La Biblioteca ha proseguito la sua progettazione di cataloghi a soggetto e per materia attraverso la progressiva ricerca e verifica di lemmi e voci semantiche per l’indicizzazione dei volumi, avviando la creazione di un thesaurus relativo al materiale bibliografico riguardante il Neolitico.
Quest’ultima iniziativa si inserisce nell’ambito del Progetto “Il Neolitico in Italia” promosso e avviato insieme con la biblioteca dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria: è stata redatta una prima bibliografia completa dei libri e degli articoli di rivista sul Neolitico in Italia posseduti dalle biblioteche romana e fiorentina, per un totale di circa 5.300 documenti.
I servizi di informazione bibliografica sono resi possibili dai cataloghi sia cartaceo sia informatizzato (la catalogazione informatica è stata avviata nel 1993). Nel corso del 2001 la biblioteca ha aderito ad un progetto per la creazione di un nuovo Polo SBN, formato da tre Biblioserver, uno artistico, uno relativo al restauro e uno paleo-etnografico: a quest’ultimo il Museo potrà dare un contributo determinante dal punto di vista della definizione dei criteri per la creazione di una banca-dati specialistica consultabile via Internet.
Fondi e raccolte
- Collezione del Collegio Romano: circa 8.000 volumi e oltre 7.000 miscellanee di argomento preistorico ed etnografico.
- Raccolte preistoriche ed etnoantropologiche correnti: 5.000 volumi.
- Fondo Guido V. Callegari: 860 volumi americanistici relativi alle culture mesoamericane precolombiane.
- Fondo Sir Edmund Leach: oltre 7.000 volumi, 4.000 offprints e 75 titoli di periodici di argomento etnoantropologico [consulta il catalogo della collezione].
- Fondo Vittorio Lanternari: circa 3.500 volumi, 400 miscellanee, 200 titoli di periodici e 150 dossier di argomento etnoantropologico e storico-religioso.
- Fondo Antonio Maria Radmilli.
- Pubblicazioni periodiche: circa 1.000 titoli di cui 500 in corso, alimentate da oltre 400 cambi tra il Bullettino di Paletnologia Italiana e altrettante riviste specializzate di tutto il mondo (le pagine vengono aggiornate periodicamente, vedi la data ultima modifica in basso alla pagina).
- Sezione audiovisiva (attivata nel 1990): 45 videocassette, 50 bobine di microfilm 35 e 16 mm (inventari del Museo, archivio fotografico Giglioli e Loria, archivio storico) e 600 microfiches (catalogo della collezione etnografica Giglioli, catalogo della biblioteca del Museum of Mankind di Londra).
Per le richieste di cambio di pubblicazioni del Museo e per l’accesso riservato alla sala di consultazione contattare il personale della Biblioteca al numero 0654952246-0654952245 o all’indirizzo mu-civ.biblioteca@beniculturali.it.
Consulta il catalogo
Un progetto di catalogo digitale del patrimonio della biblioteca del Museo Pigorini
Biblioteca arti e tradizioni popolari – Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale
Il nucleo storico dei volumi conservati nella Biblioteca, già appartenuto al Museo di Etnografia Italiana fondato a Firenze nel 1906, in Borgo San Jacopo dall’etnologo Lamberto Loria, nasce dall’intento dello studioso di raccogliere, oltre agli oggetti etnografici, “ogni sorta di pubblicazioni riguardanti i manufatti degli oggetti caratteristici, le industrie primitive, gli usi e i costumi, le superstizioni e i pregiudizi, le novelle, tradizioni, poesie e proverbi, i dialetti e qualsiasi altra manifestazione popolare italiana” per costituire una biblioteca specializzata.
Nel 1911, il patrimonio librario con le collezioni etnografiche viene trasferito a Roma e largamente integrato di letteratura popolare con nuove acquisizioni volute in occasione dell’Esposizione di Etnografia Italiana. Nel 1937 e fino allo scoppio della guerra del ’43, la biblioteca, riordinata e accresciuta di nuove pubblicazioni, viene aperta agli studiosi e ai cultori della disciplina, nella sede di Tivoli e quindi, dal 1956, nella sede definitiva del Palazzo delle Tradizioni Popolari all’Eur.
La biblioteca ha carattere di unicità in Italia e possiede un patrimonio importantissimo nell’ambito delle discipline demoetnoantropologiche e del folklore. Accanto ad oltre 30.000 volumi e periodici è possibile consultare il fondo speciale di Letteratura Popolare I (3.700 libretti), il fondo di Letteratura Popolare II (7.400 fogli volanti) le Miscellanee (3.800 opuscoli) e l’Emeroteca composta da ritagli di giornali databili fine secolo XIX ad oggi.
La Biblioteca è aperta, solo su prenotazione al n. (39) 06 5926148, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
Biblioteca d’arte orientale
Attualmente sono consultabili solo le monografie di arte e archeologia delle sezioni da C a J (Monografie di archeologia e arte dell’Asia) presso i locali della biblioteca dell’ex Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”, P.za G. Marconi 14, II piano.
La biblioteca è in funzione dal 1958, primo anno di apertura al pubblico del Museo. È censita dall’anagrafe delle biblioteche italiane e nel sistema bibliotecario internazionale le è stato assegnato il Codice ISIL (International Standard Identifier for Libraries) IT-RM1232. Partecipa al Servizio Bibliotecario Nazionale attraverso il Polo degli Istituti culturali di Roma.
Una breve descrizione è apparsa anche nel Catalogo delle biblioteche d’Italia. 7.2: Lazio, a cura di Regione Lazio, Assessorato Politiche per la promozione della cultura dello spettacolo e del turismo, Soprintendenza ai Beni Librari. Roma: ICCU; Milano: Bibliografica, 1996, p. 426.
La biblioteca è un servizio interno a supporto delle necessità di ricerca e documentazione del Museo, ma è aperta al pubblico. La consultazione può avvenire esclusivamente nelle sala dedicate.
È stato effettuato un inserimento delle schede nel catalogo on-line nel Servizio Bibliotecario Nazionale, che sostituirà quelli attualmente disponibili: al 3 gennaio 2018 risultano inserite 3135 unità inventariali su 15475 (20,26 % del posseduto), corrispondenti a 2054 titoli (monografie e periodici) in 46 lingue.
Sono disponibili cataloghi su scheda cartacea per autore e topografico per le pubblicazioni acquisite sino al 2008, e una banca dati per le acquisizioni più recenti. È comunque consigliabile avvalersi del personale per la ricerca dei documenti.
La biblioteca possiede circa 20.000 unità, tra monografie, fascicoli di periodici e carte geografiche. Il nucleo principale è dedicato all’arte e all’archeologia delle regioni asiatiche, ed è integrato dalla documentazione sui più vari aspetti delle civiltà orientali e sui loro rapporti con le altre culture, nonché sulla storia degli studi orientalistici. Il patrimonio viene al momento incrementato per scambio e donazione.
I privati cittadini e gli enti che intendono donare pubblicazioni devono inoltrare preventivamente l’elenco al responsabile della biblioteca per l’accettazione. Lo scambio di pubblicazioni viene di norma effettuato con altre biblioteche, associazioni, enti pubblici e privati. L’elenco della pubblicazioni disponibili per lo scambio può essere consultato qui.
Inoltre, esiste un archivio storico comprendente i seguenti fondi:
- ex Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente. Oltre ai documenti cartacei, comprende registrazioni foniche su nastro magnetico risalenti agli anni Sessanta e Settanta, che sono state restaurate e digitalizzate dall’Istituto Centrale per i Beni sonori e Audiovisivi del MiBACT, che ne ha anche compilato il catalogo, e decine di pellicole cinematografiche che saranno quanto prima restaurate grazie agli accordi in via di definizione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale.
- Tucci-Bonardi, il cui nucleo principale comprendente i documenti e le fotografie ricevuti per legato testamentario da Francesca Bonardi, vedova Tucci.
La consultazione dei documenti da parte degli interessati sarà possibile non appena terminato il riordino.
La riproduzione è possibile solo in fotocopia, su autorizzazione del Responsabile, compatibilmente con i criteri di conservazione dei documenti e nel rispetto della normativa sulla proprietà intellettuale.
È ammesso solo il prestito interno.