Questa sezione del Museo delle Civiltà ci racconta la “preistoria”, ovvero quella “storia prima della storia” che dal divenire biologico dell’essere umano giunge al formarsi di civiltà caratterizzate dal fatto di non aver lasciato alcuna fonte scritta.
Arti e Culture africane, americane, asiatiche e oceaniane
Palazzo delle Scienze, primo piano
Africa. L’incontro tra Africa e Occidente: le esplorazioni europee della costa occidentale, i primi oggetti del continente africano in Italia, l’esplorazione dell’interno del continente con le relative raccolte etnografiche, l’arte africana. Americhe. L’archeologia dell’America Centrale e del Mondo Andino. la sezione delle culture sud-americane, dell’area amazzonica, dei nativi americani delle praterie e delle società inuit. Asia. L’archeologia e l’etnografia delle culture asiatiche, attraverso collezioni che spaziano dal Vicino e Medio Oriente al Nepal e al Tibet, dall’India alla Cina, dall’Indonesia alla Corea e al Giappone. Oceania. Sei sezioni tematiche che spaziano dal rapporto dell’uomo con la spiritualità, con l’arte, con il potere, con gli antenati e con la terra.
Gli allestimenti correnti relativi alle aree Africa, Americhe e Oceania risalgono agli anni ‘90 del ‘900, mentre Asia è costituita attualmente da una mostra temporanea allestita nel 2017 e incentrata sulle collezioni del Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”.
Organizzata su due piani, le collezioni dedicate alle Arti e Tradizioni Popolari espongono oggetti e documenti riferiti agli usi popolari italiani, caratteristici delle diverse regioni, affrontando temi quali la gestione della terra e delle risorse (i sistemi di trasporto, il lavoro agricolo-pastorale, ecc.), le pratiche del vivere e dell’abitare, e le attività festive e rituali (strumenti musicali, spettacoli di piazza, pratiche della magia e della spiritualità popolare, ecc.).
La maggior parte degli oggetti proviene da Roma e dall’Italia centrale. Il percorso inizia con la Roma tardoantica a cui seguono le testimonianze dell’occupazione longobarda in Umbria e nelle Marche.
Un importante gruppo di rilievi marmorei testimonia la successiva età carolingia. Rilievi e tessuti copti offrono un esempio significativo della produzione artistica dell’Egitto tardoantico e altomedievale.
Il percorso si conclude con la straordinaria decorazione in opus sectile (intarsio di marmi colorati) che ornava la sala di rappresentanza di una villa (domus) monumentale fuori Porta Marina a Ostia.
Istituito nel 1923 con il nome di Museo Coloniale, nel 2017 è integrato nel nuovo grande progetto museografico del Museo delle Civiltà.
Il progetto vuole valorizzarne e promuovere in modo innovativo le collezioni, facendo luce sulle tante e controverse relazioni intercorse tra Africa e Italia nel corso dei secoli.
Nell’insegnamento del Buddha (il ‘risvegliato’) trova ampio posto il perseguimento metodico d’una conoscenza incontrovertibile del mondo fenomenico – tanto quello interno che quello esterno all’uomo – non basata su mero fideismo bensì principalmente sul ragionamento. A introduzione di questa tesi pubblichiamo la traduzione in lingua italiana di due brevi testi poco conosciuti di logica buddhistica prodotti nel contesto del mahayana indiano e preservati nel Canone tibetano.
In sanscrito il termine ‘logica’ viene espresso con il lemma anvikshiki o tarka; per tarkashastra si designano i trattati filosofici incentrati sulla logica o il ragionamento. In tibetano il medesimo termine viene espresso con il lemma rTog Ghe, mentre rTog Ghe Ba è talvolta usato per indicare una persona che fa un eccessivo affidamento sulla logica, dunque – in questo senso – un dialettico intellettualista e dogmatico.
Da notare infine che le scuole materialistiche indiane o lokayata (neganti fra altro la rinascita vita dopo vita) criticano la validità del ragionamento inferenziale posto tra i principali corredi di quanto verrà qui esposto.
La posizione spiritualistica assegna – e in più di una tradizione – un ruolo non marginale all’esperienza estetica. È attraverso i canoni, gli stilemi, le pose, gli atteggiamenti codificati dalla tradizione e tramandati dalle scuole che l’esecutore potrà legittimamente rappresentare il divino dinanzi ad un pubblico che attribuisce e attinge valori all’evento con l’assistervi.
L’arte sacra indo-tibetana esprime, in sintesi, il tentativo di imprimere nell’immagine una vigorosa valenza spirituale, evocata da un meditatore per potere essere efficacemente trasmessa, con il minor numero possibile di varianti iconografiche, ad un altro meditatore, utilizzando complesse simbologie, strutture iconogrammetriche e codici iconologici, al fine d’emanciparsi dal mondo delle rinascite inconsapevoli, o samsara. Il ‘germe del buddha’ (tathagatagarbha) presente nel continuum mentale d’ogni essere senziente viene nutrito dal processo di visualizzazione e contemplazione di questi mistici diagrammi.
Il sentiero tantrico buddhistico propone metodologie per abbreviare il tempo necessario a divenire un buddha. La più parte dei lignaggi spirituali tibetani pone l’accento su un gradualismo che, iniziando dal rifugio nel triplice gioiello, aderisce ai quattro sigilli, si addestra nei tre supremi addestramenti, per approdare ai tre sentieri principali.
Giornate Europee dell’Archeologia 2021 – Si presentano le immagini del sito di Shahr-i Sokhta e dei materiali ritrovati, consistenti in oggetti in pietre semipreziose e in altri reperti come oggetti metallici o in argilla.
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