La rivista Science ha appena pubblicato un articolo dal titolo “Ten millennia of Hepatitis B virus evolution” in cui si analizzano 137 genomi del virus ricavati da individui scheletrici dai diversi continenti e datati tra i 10.000 e i 400 anni fa.

Il virus dell’epatite B (HBV) è uno dei principali problemi sanitari in tutto il mondo e causa quasi un milione di morti ogni anno. L’antichità Recenti studi sul DNA antico hanno dimostrato che l’HBV ha infettato l’uomo per millenni, ma la sua diversità passata e le sue vie di dispersione rimangono in gran parte sconosciute. Un nuovo studio condotto da un nutrito gruppo di ricercatori da tutto il mondo – tra i quali anche il personale del Servizio di Bioarcheologia del Museo delle Civiltà – fornisce importanti approfondimenti sulla storia evolutiva dell’epatite B esaminando un cospicuo dataset genomico. I risultati evidenziano le traiettorie evolutive e i percorsi di diffusione del virus che rispecchiano fenomeni migratori ed eventi demografici del nostro passato.

Il virus nell’Europa preistorica

Lo studio mostra che il virus era presente in ampie parti d’Europa già 10.000 anni fa, prima della diffusione dell’agricoltura nel continente.

“Si ritiene che molti patogeni umani siano emersi dopo l’introduzione dell’agricoltura, ma l’HBV era già presente nelle popolazioni preistoriche di cacciatori-raccoglitori”, afferma Johannes Krause, direttore del Dipartimento di Archeogenetica al Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e co-supervisore dello studio.

Dopo la transizione neolitica in Europa, i ceppi di HBV portati dai cacciatori-raccoglitori vennero sostituiti da nuovi ceppi, probabilmente in associazione all’espansione di gruppi di agricoltori dal Medio Oriente. Questi nuovi lignaggi virali hanno continuato a prevalere in tutta l’Eurasia occidentale per quasi 4.000 anni.

Il collasso e la ricomparsa dell’HBV preistorico

Uno dei risultati più sorprendenti dello studio è un improvviso declino della diversità dell’HBV nell’Eurasia occidentale durante la seconda metà del II millennio a.C., un periodo di grandi cambiamenti culturali, compreso il crollo delle grandi società statali dell’età del bronzo nella regione del Mediterraneo orientale.

“Questo potrebbe indicare importanti cambiamenti nelle dinamiche epidemiologiche durante questo periodo, ma avremo bisogno di ulteriori ricerche per comprendere cosa sia successo”, dice Arthur Kocher, primo autore dello studio e afferente al gruppo di ricerca TIDE.

Dopo il Bronzo si evolvono nuovi lignaggi, ancora oggi diffusi in Eurasia occidentale. Tuttavia, una più antica variante sembra aver persistito fino ad oggi. Questa variante preistorica si è nel tempo evoluta in un genotipo raro che sembra essere emerso recentemente durante la pandemia di HIV, per ragioni che rimangono da chiarire.

L’epatite B e il popolamento delle Americhe

Gli attuali ceppi di epatite B sono classificati in nove genotipi, due dei quali si trovano prevalentemente nelle popolazioni di native americane. In base alle analisi, questi due ceppi avrebbero avuto origine in Asia e sarebbero poi penetrati nel nuovo continente con i primi abitanti delle Americhe. “I nostri dati suggeriscono che tutti i genotipi noti di HBV discendono da un ceppo che infettava gli antenati dei primi americani e i loro parenti eurasiatici più prossimi nel periodo in cui queste popolazioni si sono separate”, riporta Denise Kühnert, leader del gruppo di ricerca TIDE e supervisor dello studio.