Il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’, fondato nel 1957 e aperto al pubblico dal 1958 raccoglie, tutela ed espone preziose testimonianze dall’oriente, allestite nell’appartamento un tempo dei Principi Brancaccio, sfarzoso esempio dello stile eclettico romano della fine dell’Ottocento, e trasferito nel Palazzo delle Scienze all’EUR nel 2017.
La preziosità della sede e soprattutto la ricchezza e la rarità delle collezioni sono state il punto di partenza per la creazione di percorsi didattici finalizzati a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone.
Personale esterno con specifiche competenze o gli stessi funzionari di settore hanno accompagnato per anni gratuitamente i visitatori illustrando le caratteristiche dei numerosi reperti che coprono un’area geografica che va dalla penisola arabica al Giappone, e un arco cronologico compreso tra il III millennio a.C. e il XXI secolo.

Questa doverosa e meritoria attività divulgativa tradizionale, tuttavia, si rivolgeva pur sempre ad un pubblico selezionato che veniva in Museo per interesse proprio o, nel caso di scolaresche, per interesse di docenti appassionati alle civiltà orientali. Pur nel rispetto del DL 42/2004 “il Museo è una struttura che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e studio”, il MNAO non può però limitarsi ad essere la meta di una ristretta cerchia di specialisti di arte orientale ma deve mettere a disposizione di un numero sempre più ampio di persone le proprie collezioni e le competenze del proprio personale.

L’ attenzione del Servizio Didattico si è indirizzata inizialmente verso il pubblico scolastico. Per creare efficaci interventi educativi, ci si è avvalsi dell’esperienza di alcuni docenti di due istituti con i quali il Museo condivide il territorio, il multietnico rione Esquilino: l’I.C. Daniele Manin e il Liceo Classico Pilo Albertelli. Solo dopo aver esaminato insieme i programmi ed i libri di testo, ascoltato le esigenze degli insegnanti e i desideri dei ragazzi – considerati sia come alunni, portati ad associare il concetto di Oriente all’idea di lontano nello spazio e nel tempo, che come giovani, affascinati dai tatuaggi e dalle arti marziali – sono state pianificate offerte didattiche con l’obiettivo di interessare e coinvolgere il pubblico, come di evidenziare il particolare valore degli oggetti esposti in Museo, non solo reperti antichi, ma vive testimonianze di civiltà attualmente alla ribalta sullo scenario mondiale.

Con questo spirito sono stati elaborati progetti quali “Il percorso italiano della strada europea della pace Lubecca-Roma”, ideato e coordinato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e dall’ex IRRE Lazio (Istituto Regionale di Ricerca Educativa); La scuola adotta un monumento, approvato e finanziato dal Comune di Roma, Dip. XI, Politiche Educative e Scolastiche; Aquiloni su Roma ideato dal Servizio Didattico del Museo, approvato e finanziato dal Comune di Roma, Dip. XI, Politiche Educative e Scolastiche.

Queste e le numerose altre iniziative rivolte a diversi istituti di scuola primaria e secondaria di Roma e provincia (le schede dei progetti più significativi realizzati a partire dal 2004 sono consultabili sul sito del museo www.museorientale.beniculturali.it), oltre a diffondere la conoscenza di culture altre vogliono rispondere anche ad un’altra importante richiesta della nostra società in rapida evoluzione: l’educazione alla convivenza. Per la specificità delle collezioni e in ragione della sua ubicazione, il Museo ha l’opportunità unica e privilegiata di educare i cittadini ad apprezzare le civiltà asiatiche con le quali si viene in contatto sempre più frequentemente nella vita quotidiana e, nello stesso tempo, di far incontrare i nuovi cittadini con le proprie tradizioni e i segni della loro storia, che non sempre hanno avuto occasione di vedere nei paesi d’origine.
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo il Museo è sceso in piazza, sia in senso metaforico – cioè stringendo relazioni di collaborazione con le associazioni che operano sul territorio, ma anche con coloro che vivono in questa realtà, sia in senso reale – partecipando alle varie iniziative che si sono svolte nel quartiere, da quelle patrocinate dal Comune dal 2007, a quelle organizzate in occasione del Capodanno cinese.

Nel corso del tempo il MNAO ha offerto i propri spazi per tenere lezioni di lingua italiana per stranieri ed ha accolto i ragazzi del centro Astalli, di Save the Children-Civico Zero, di Focus – Casa dei diritti Sociali, del centro Polifunzionale Meta, associazioni che si prodigano per l’integrazione.

Il fine che il Museo si è posto, quello di essere considerato un punto di riferimento, non può però essere raggiunto con i sistemi didattici tradizionali, ancorché aggiornati; per far sì che dall’incontro nasca un proficuo confronto occorre mutare radicalmente il concetto di accoglienza in museo.

Nei nuovi progetti vi è un profondo cambiamento dei ruoli e dei significati: il patrimonio acquista un significato dinamico poiché viene proposto alla sguardo del pubblico da nuovi protagonisti quali studenti, migranti, ricercatori, persone con disabilità. I freddi dati scientifici dei reperti vengono arricchiti da ricordi, tradizioni, leggende e inseriti in percorsi interpretati da narratori d’eccezione, che li trasmettono in modo originale, inedito ed efficace. Con questo scopo è stato elaborato il progetto Al museo con… Patrimoni narrati per musei accoglienti, realizzato insieme al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”, promosso e finanziato dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiBACT. La fruizione da parte del pubblico di questi “percorsi narrati”, tuttora in fase sperimentale, prevede l’impiego di tecnologie e metodologie innovative, funzionali al coinvolgimento e alla comunicazione efficace ed immersiva nei diversi temi proposti.

Con questi progetti il Servizio Didattico del MNAO si tiene al passo con le moderne teorie didattiche che devono tener conto sia dei cambiamenti della società che dei nuovi modi di comunicare: nel dibattito che vede il museo come tempio – ovvero luogo quasi sacro in cui sono custoditi rari reperti – opposto al museo come foro – ovvero luogo di incontro -, il Museo Nazionale d’Arte Orientale si offre come sede privilegiata per dialogare e confrontarsi sui grandi temi della convivenza, attraverso gli oggetti esposti e un’attività didattica mirata.