Oggetto: vetrata policroma
Autore: Giulio Rosso
Datazione: 1941-1943 (vetrata posta in opera nel 1986)

Quando il visitatore accede all’ingresso del Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”, parte del più ampio Museo delle Civiltà, rimane immediatamente colpito dalla vetrata di Giulio Rosso dedicata all’Astronomia. Posta alla sommità dello scalone monumentale, la vetrata spicca non solo per le sue grandi dimensioni (10 x 5 m), ma soprattutto per la sua vivace policromia, che contrasta con i severi spazi circostanti.

Per comprendere la scelta di un tema dedicato all’Astronomia, bisogna risalire all’Esposizione Universale di Roma, prevista per il 1942 ma mai realizzata a causa degli eventi bellici. Il piano urbanistico dell’EUR si basava sull’ambizioso progetto di edificare una vera e propria cittadella della cultura, promuovendo una Olimpiade delle Civiltà che avrebbe ospitato mostre su materie diverse, poi destinate a divenire musei permanenti. In particolare, nel palazzo ora sede del Pigorini sarebbe stata allestita una esposizione sulle Scienze, motivo di ispirazione per il tema della vetrata.

Lo spazio rettangolare, organizzato verticalmente, accoglie in rosso le costellazioni raffiguranti alcuni segni zodiacali: lo Scorpione, la Vergine, il Toro, il Leone. Si riconoscono inoltre, tra le altre costellazioni: Pegaso alato, Ercole, la Nave Argo. Quest’ultima è rappresentata come se fosse un’imbarcazione vichinga che viene incontro allo spettatore e sembra solcare i cieli in un viaggio di esplorazione tra le stelle. Per la raffigurazione delle costellazioni, Giulio Rosso prese ispirazione dalle tavole dell’astronomo e incisore Johannes Hevelius, vissuto a Danzica nel XVII secolo.

Proseguendo nella descrizione della vetrata, si riconoscono in alto le fasi lunari e la rappresentazione schematica di un’eclissi di luna. Sono presenti inoltre degli strumenti astronomici, tra i quali l’astrolabio, la sfera armillare, dei quadranti. Attraversano la vetrata i simboli bianchi dei segni zodiacali. Il cerchio policromo centrale rappresenta invece in modo stilizzato i quattro elementi aristotelici: terra, acqua, aria e fuoco. Compaiono, poi, in basso a sinistra, i sistemi eliocentrico e geocentrico dell’universo. Lo sfondo presenta infine le colorazioni digradanti che vanno dalle luci chiare dell’alba in alto, al blu cupo della notte in basso.

Giulio Rosso, pittore, decoratore e illustratore, eseguì all’EUR non solo la vetrata, ma anche parte dei mosaici per le fontane del palazzo degli Uffici. Forse per via della collaborazione giovanile con Giò Ponti, le sue espressioni artistiche mirano a stabilire un rapporto armonico tra decorazione e architettura, come si riscontra chiaramente nella vetrata. Nel 1941, Giulio Rosso venne chiamato ad eseguire due differenti bozzetti dell’opera, dei quali fu scelto quello formalmente più raffinato e del tutto corrispondente all’iconografia attuale.

Per l’esecuzione finale su vetro saldato a piombo, l’artista affidò il compito alle note vetrerie Giuliani di Roma. Nel mese di aprile del 1943, i 54 pannelli erano pronti, ma non vennero montati a causa degli eventi bellici. Tutto restò chiuso in casse all’interno dei locali dell’E42. Solo molto dopo la fine della guerra, nel 1986, i pannelli, che avevano nel frattempo subito dei danni, vennero restaurati e posti in opera, anche con la collaborazione delle vetrerie Giuliani. Oggi possiamo dunque ammirare la vetrata di Giulio Rosso, negli spazi per i quali era stata ideata, all’interno del Museo delle Civiltà.

Anna Sicurezza

Bibliografia

Refice, A. Pandolfi, Scheda dell’opera, in E 42. Utopia e scenario del regime, a cura di T. Gregory e A. Tartaro, 2 voll., Marsilio, Venezia 1987, vol. II, pp. 412-414.

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