Gli errori di Raffaello
Chiacchierata di Marco Bussagli al Museo delle Civiltà
Sala Conferenze “F.M. Gambari”
Conferenza in presenza e in streaming:
https://youtu.be/BFWALXaLqNs
Il titolo un po’ provocatorio di questa chiacchierata nasce da una serie di considerazioni che, da una parte, dipendono da una sorta di banalizzazione a cui è andata incontro la pittura di Raffaello in questi ultimi tempi (è stato definito come colui che «ha perfezionato la perfezione») e, dall’altra, da una giusta posizione critica, espressa da Claudio Strinati nel suo romanzo Il giardino dell’Arte, dove invita a non idolatrare neppure artisti della levatura di Leonardo (è questo l’esempio che troviamo nel racconto), oppure – possiamo aggiungere – di Raffaello. A uno sguardo superficiale, infatti, la grande arte dell’Urbinate sembra attraversata da una costante armonia e da una assoluta bellezza che non si è mai appannata in tutta la sua straordinaria, ma fin troppo breve carriera. Invece, se osserviamo i suoi esordi, riusciamo a cogliere una crescita che passa anche da piccoli particolari non del tutto risolti.
Il nostro sguardo, allora, sarà puntato in massima parte sul primo tratto del percorso del Maestro, anche se questo non c’impedirà di recuperare, almeno in parte, lo sviluppo della sua arte, fino ad echi che – in qualche modo – ci riconducono all’argomento iniziale. Si tratta di certi giudizi “originali” che il grande pittore Aristide Sartorio espresse, per interposta persona (ossia con i suoi personaggi) su un quadro importante come La Fornarina, nel suo romanzo riedito nel 2020 con il titolo Il ritorno di Raffaello. Tutto questo non impedisce di apprezzare e capire la genialità e la grandezza di Raffaello anzi, umanizzandolo, la rende ancora più concreta e importante.
Marco Bussagli: laureato in Storia dell’Arte, è professore di Anatomia Artistica (prima fascia) all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha insegnato Storia dell’Arte e Iconologia nelle università di Macerata, “La Sapienza” di Roma, L.U.M.S.A. di Palermo e di Roma. Borsista al Warburg and Courtauld Institute di Londra nel 1989, ha collaborato con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana (1985-2009) e con De Agostini per cui ha curato e scritto I grandi temi della Pittura (60 volumi). Ha al suo attivo più di 200 pubblicazioni fra monografie, articoli scientifici, di alta divulgazione e voci enciclopediche. Ha curato, con C. Strinati, la mostra Il ‘400 a Roma (2008, Museo del Corso), nel 2011, con M. G. Bernardini, Il Rinascimento a Roma nel segno di Michelangelo e Raffaello (Fondazione Roma) e nel 2014 Barocco a Roma. La meraviglia delle arti, sempre con M. G. Bernardini. Ha curato le più importanti mostre su Maurits Cornelis Escher in Italia (Roma, Chiostro del Bramante; Milano, Palazzo Reale). Scrive per Avvenire e Art e Dossier, è stato consulente per la RAI (Videosapere) e SAT2000. Ha scritto I denti di Michelangelo. Un caso iconografico (Medusa 2014), presentato anche al Museo delle Civiltà e, di recente, Raffaello. Nella pittura un dio mortale (Giunti, 2020). È Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e scientifici.