Lo scorso 15 ottobre, presso lo Chateau des ducs de Bretagne, Musée d’Histoire de Nantes, è stata inaugurata la mostra del Museo delle Civiltà ‘Inde. Reflets de mondes sacrés’ che sarà visitabile fino al 23 aprile 2023.

L’esposizione, proposta da Contemporanea Progetti, Firenze, e curata da Laura Giuliano, curatrice settore Gandhara, India e Sud-Est Asiatico per il Museo delle Civiltà, comprende 169 opere della collezione del nostro Istituto, oltre a sculture provenienti dalle raccolte della Banca d’Italia, del MAO Museo d’arte Orientale di Torino e da collezioni private italiane. Gli oggetti esposti illustrano circa 2000 anni di arte indiana e comprendono raffinate stele di ambito templare, rilievi da monumenti buddhisti, bronzi portatili per le processioni, piccole figure in metallo per gli altari domestici, oggetti rituali, miniature, dipinti su carta di ambito folk e libri preziosamente miniati, provenienti dalle varie regioni dell’India.

Dedicata all’approfondimento di alcuni aspetti delle tre religioni originarie del subcontinente – induismo, buddhismo e jainismo – viste attraverso la lente delle arti figurative, la mostra approfondisce le peculiarità di ciascuno di questi credi, ponendo un accento sulle tradizioni rurali e locali con cui esse hanno costantemente interagito, offrendo al tempo stesso uno sguardo sull’interdipendenza di taluni motivi e riflessioni che vertono intorno a temi trasversali comuni. Tra questi, oltre alle concezioni condivise del ciclo doloroso delle rinascite e della causalità dell’azione (il paradigma samsara/karma) che caratterizzano gran parte del pensiero religioso indiano, si ricorderanno lo yoga praticato al di là della fede di appartenenza; l’enfasi posta sin da epoca antica sulle divinità femminili; la propensione all’assimilazione di culti locali purificati degli elementi più cruenti; la condivisione di una serie di figure divine; infine il fenomeno tantrico, che nel periodo medioevale colorerà il tessuto della società e della religiosità indiana, senza distinzione di fede.
Seguendo un itinerario tematico, scandito dai colori delle diverse sezioni, la mostra indaga la natura delle divinità hindu e dei miti ad esse connessi, approfondisce le figure dei fondatori del buddhismo e del jainismo, esplora il simbolismo dei luoghi di culto, soffermandosi su alcune teorie cosmologiche e sulle pratiche ascetiche e devozionali tipiche di ciascuna fede.

Il percorso è caratterizzato da ‘contaminazioni’ continue tra l’arte classica e l’arte popolare, tra divinità sovrane e piccole deità di villaggio, tra complesse costruzioni filosofiche e culti locali, in un gioco di rimandi e di interconnessioni. Il visitatore percorre uno spazio immersivo, in cui la ricostruzione di portali templari, di stupa buddhisti, foto di grande formato, video, colori, odori, suoni, contribuiscono a ricontestualizzare e a comprendere il ruolo degli oggetti esposti. I contenuti scientifici dell’esposizione sono inoltre resi accessibili e vengono declinati per i diversi pubblici del museo, attraverso l’utilizzo di giochi e postazioni multimediali, la creazione di testi in formato Falc (easy-to-read and easy-to-understand) e ausili tattili per le persone con disabilità.

Inde. Reflets de mondes sacrés
Chateau des ducs de Bretagne, Musée d’Histoire de Nantes
fino al 23 aprile 2023