Le epigrafi sud-arabiche del Museo Nazionale d’Arte Orientale

[a cura di M. Jung]

La collezione sud-arabica del Museo d’Arte Orientale comprende anche un discreto numero di epigrafi. Ventitrè di esse provengono dalla raccolta di Cesare Ansaldi, mentre quattro appartenevano alle antichità sud-arabiche donate dal noto orientalista Ettore Rossi.

Le epigrafi sudarabiche, cioè iscrizioni scritte su materiali durevoli come pietra o metallo, costituiscono la fonte più importante per la storia degli antichi regni sud-arabici. Le iscrizioni sono composte in lingue diverse, chiamate dagli studiosi sabeo, mineo, qatabanita e hadramita. Unico era però il tipo di scrittura in uso, che rispecchia la sostanziale unità culturale dei reami dell’Arabia del Sud. Tutte queste lingue sudarabiche appartengono alla famiglia semitica di cui fanno parte anche l’arabo, l’ebraico, l’etiopico nonché l’accadico, un’antica lingua della Mesopotamia.

La cultura sud-arabica denota un grande amore per la scrittura: ad essa afferiscono infatti quasi 10 000 iscrizioni note. Tale quantità rilevante ci può dare solo una vaga idea dell’enorme perdita di testimonianze scritte su materiali deperibili, fra i quali probabilmente il papiro. Le epigrafi comprendono testi grandiosi come le Res Gestae di Karib’il Watar oppure l’inno alla dea solare del santuario rupestre di Qaniya. Va però considerato anche un gran numero di iscrizioni di natura molto semplice, che consistono nella scarna indicazione di qualche nome proprio.

Il contenuto dei testi non presenta una grande varietà; ne possiamo distinguere principalmente i testi religiosi, attestati di proprietà, testi commemorativi e prescrizioni. Le iscrizioni del Museo comprendono testi dedicatori in cui il fedele descrive la sua offerta alle divinità per grazie ricevute o per la richiesta di favori per se oppure per altre persone. Interessanti sono anche i nostri testi che commemorano costruzioni come palazzi, padiglioni o cisterne e che citano i materiali impiegati e le divinità protettrici dei lavori.

Le iscrizioni sud-arabiche non sono soltanto preziose testimonianze storiche del passato: esse sono spesso caratterizzate da un’indiscutibile qualità artistica, e sono talvolta da annoverare tra le più eccellenti espressioni artistiche di questa civiltà. Opere calligrafiche di grande bellezza formale sono infatti state eseguite da abili scalpellini con grande maestria, applicando ai caratteri scrittori rigidi canoni proporzionali.