Marmo bianco
Acquistata nel 1972 dalla collezione De Gentili Siciliano
IV-V secolo d.C.
Museo delle Civiltà – Museo dell’Alto Medioevo (inv. 2603)

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Tra le opere più interessanti del Museo dell’Alto Medioevo figura il ritratto di imperatrice conservata nella prima sala del Museo. L’opera, probabilmente proveniente da Roma o dai suoi dintorni, si può datare su base stilistica tra la seconda metà del IV secolo e la prima metà del secolo successivo. Realizzata in un marmo bianco a grana fine di buona qualità, il ritratto restituisce l’immagine di una donna anziana con diadema, elemento questo che spinge a identificarla come una imperatrice.
Il viso presenta una forma rettangolare e presenta dei tratti forti, quasi maschili; lo scultore indugia nel raccontare la vecchiaia del personaggio del quale vengono resi in maniera realistica i sacchi lacrimali, i solchi naso-labiali, le guance cascanti, il doppio mento e le labbra sottili. Sul volto sono rappresentati i difetti della persona raffigurata, secondo una modalità poco comune nella ritrattistica femminile romana di solito più idealizzante di quella maschile. Proprio queste caratteristiche hanno spinto la critica a considerarlo “l’ultimo ritratto individuale romano”.
Molto elaborata appare anche l’acconciatura costituita da una treccia semicircolare avvolta in una stoffa. I capelli formano intorno al viso degli anelli contigui e stilizzati. Il diadema è invece costituito da un elemento ritorto e dal diadema vero e proprio immaginato come una struttura metallica formata da rettangoli e da un ovale centrale. Agli angoli degli elementi rettangolari sono posti dei piccoli cerchietti in rilievo a imitare delle perle o delle borchie. Sulla sommità della corona doveva esservi un elemento sporgente, forse una fibbia, di cui rimangono al momento solo tracce. Il diadema, così come la banda che trattiene la treccia, termina nella parte posteriore con delle corde annodate.
Viste la presenza del diadema che identifica la donna ritratta come imperatrice e la sua possibile datazione tra IV e V secolo, suggerita dallo stile del ritratto e dalla tipologia di acconciatura, gli studiosi hanno proposto di identificare la donna con Galla Placidia o con Elia Pulcheria. Sono queste, infatti, le uniche imperatrici ad aver raggiunto un’età ‘avanzata’. La seconda ipotesi appare però meno probabile visto che si tratta di una imperatrice d’oriente e che il ritratto è stato rinvenuto a Roma.

Dove si trova

Museo delle Civiltà – Museo dell’Alto Medioevo –  Sala I

Sapevi che…

Il ritratto del Museo dell’Alto Medioevo, per le sue caratteristiche fisiognomiche e per l’accentuazione degli aspetti della vecchiaia, restituisce l’immagine di una donna dal carattere forte e questo sembra essere il caso sia di Elia Pulcheria che di Galla Placidia.

Elia Pulcheria (399-453) si trovò a guidare l’impero romano d’oriente dal 414 al 416, in qualità di reggente per suo fratello minore Teodosio II. Anche dopo la fine di questa fase di reggenza, Elia Pulcheria continuerà a guidare le scelte del fratello, suggerendogli a volte anche azioni intransigenti verso coloro che non erano cristiani. Donna di ampia cultura e dalla forte fede cristiana tanto da partecipare ad alcune dispute teologiche e da essere in seguito dichiarata santa, fece voto di castità per sottrarsi al matrimonio con un generale germanico. La scelta della castità appare dettata dalla voglia di mantenere la sua autonomia e di trasformarla in un elemento del potere. Anche a seguito del matrimonio con Marciano, determinato dalla morte senza figli del fratello Teodosio e dalla volontà di Elia Pulcheria di riprendere il potere, la donna non abbondonerà il suo voto di castità.

Altrettanto forte appare essere il carattere di Galla Placidia (392-450). Figlia di Teodosio il Grande e nipote per parte di madre di Valentiniano, fu tra alterne vicende imperatrice dal 425 al 450 accanto al figlio Valentiniano III. La sua vicenda personale ha i contorni di una saga a cominciare dal suo rapimento nel 410 in occasione del sacco di Roma guidato dal goto Alarico. Il successore di questi, Ataulfo, una volta riportato il suo popolo verso la Francia meridionale, sposò Galla nel 414. Dopo essere stata costretta a marciare a piedi davanti al cavallo del nuovo re goto Sigerico, Galla rientrò a Roma nel 417 e qui sposò Costanzo dal quale ebbe due figli: Giusta Grata e Valentiniano. A seguito della morte del fratello Onorio e del marito Costanzo, Galla nel 423 prese la reggenza per conto di suo figlio Valentiniano che all’epoca aveva soli sei anni. Da quell’anno e fino alla morte, Galla Placidia si trovò a essere la vera padrona dell’Occidente negli anni immediatamente precedenti la sua caduta che lei stessa cercò di contrastare.