Necropoli altomedievale di Castel Trosino (Ascoli Piceno), tomba S (inv. 1277)
Tardo VI – inizi del VII secolo d.C.

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La spilla – fibula – proviene dal ricco corredo della tomba S, una delle sepolture femminili più antiche e importanti della necropoli altomedievale di Castel Trosino.
La fibula, dalla forma a disco e utilizzata per chiudere il mantello sul petto, è realizzata in lamina d’oro lavorata a sbalzo e decorata con filo godronato. La superficie circolare è divisa in due settori concentrici mediante un anello a sbalzo, arricchito da una serie di cerchielli ed enfatizzato da una cornice a treccia di fili attorti. Il settore più esterno presenta otto triangoli, con vertice rivolto verso l’interno, alternati a otto bottoni realizzati a sbalzo. Numerosi cerchielli filogranati arricchiscono l’interno dei triangoli e si dispongono a formare una croce al di sopra dei bottoni. Nel settore centrale della superficie della spilla troviamo un ulteriore bottone decorato da cerchielli a raggiera e incorniciato da una serie di girali ad otto in filo godronato. Completa la decorazione una doppia cornice a treccia che chiude all’esterno la composizione.
La fibula della tomba S fa parte di un gruppo di spille circolari a sbalzo e filigrana rinvenute nella necropoli di Castel Trosino dal decoro molto simile, tanto che per esso è possibile immaginare una produzione in serie di alto livello tecnico ed esecutivo.

Dove si trova

Museo delle Civiltà – Museo dell’Alto Medioevo – Sala III

Sapevi che…

Tra i cimiteri longobardi in Italia, la necropoli di Castel Trosino è l’unica ad aver restituito una serie omogenea di fibule a disco decorate a filigrana. Il gruppo si compone di 17 fibule, ritrovate in 16 sepolture femminili, riferibili con tutta probabilità ad un unico ambito produttivo attivo tra il tardo VI secolo e la prima metà del secolo successivo.
La scarsa possibilità di confronti per queste fibule all’esterno e la loro eccezionale concentrazione all’interno di questo cimitero, spinge a immaginare che si tratti di una produzione esclusiva per l’élite di Castel Trosino, utilizzata come elemento di autorappresentazione del gruppo femminile longobardo.
L’esecuzione di questa tipologia di fibula, formata da due placche circolari – anteriore e posteriore – realizzate insieme e poi unite mediante una fascetta laterale, si riconnette alla tradizione orafa romano-bizantina. Ogni spilla è il frutto di un processo esecutivo articolato che prevede l’utilizzo di diverse tecniche orafe, tra cui quella della filigrana. Tale tecnica consiste nel saldare sottili fili metallici, anche ritorti, su una superficie a formare un motivo decorativo. Sulle fibule a disco questa tecnica è spesso associata alla godronatura che, attraverso l’utilizzo di una piastra scanalata, permette di ottenere un filo perlinato.