Il tappeto di Pescocostanzo (Abruzzo) inv. 15096, esposto nella sala dell’abitazione del museo arti e tradizioni popolari, è una testimonianza dell’antica pratica di tessitura con telaio a mano, un tempo diffusa in alcune regioni quali Abruzzo, Molise, Calabria, Sardegna, e oggi quasi del tutto scomparsa.
A Pescocostanzo tale tipo di tessitura non è oggi più praticata, salvo quella connessa con il tombolo. Il paese disponeva in passato di un’abbondante produzione laniera grazie alla fiorente industria armentizia (alcuni terremoti avvenuti in inverno nel ‘400 e secoli seguenti non danneggiarono l’economia locale in quanto le greggi svernavano in Puglia).
Il tappeto, di dimensioni m 1,20 x 2,65, presenta disegni geometrici e figure di animali di tipo araldico (si intravede ad es. l’aquila) a fondo marrone con ricami in bianco, verde, rosa, celeste e color ruggine. Nel Catalogo della mostra di tappeti e ceramiche popolari, Roma, della serie ‘Mostre di Etnografia Italiana’, Villa Celimontana, 7.10.1948 – 7.1.1949, Paolo Toschi scrive che “nei tappeti di Pescocostanzo prevalgono i fondi bleu-scuro o marrone; in quelli più antichi il cromatismo si basa su un accordo di giallo, azzurro e rosso. Le tinte erano ottenute con colori naturali: il verde pallido si traeva dall’estratto di foglie di faggio o di frassino, l’azzurro dall’indaco, il giallo dallo zafferano, il rosso dalla vinaccia”…”. Forse si usavano però anche altre tinte naturali.
Il Toschi spiega che nei suddetti tappeti “in genere il campo centrale comprende quasi tutta la superficie e vien diviso in un sistema di rombi dentro i quali è incorniciata la figura di un centauro, di una sirena, di una fontana d’amore, o di bestie più o meno stilizzate: motivi decorativi si traggono anche dal mondo vegetale”.

Dove si trova

Museo delle Civiltà – Museo delle Arti e Tradizioni Popolari “Lamberto Loria” –  Primo piano – Abitazione e attività domestiche

Sapevi che…

Il manufatto è datato da Alberto Sautier nell’opera “Tappeti rustici italiani” (Milano, 1922) alla fine del ‘700. Ciò ci fa immaginare che mentre in Francia era appena dilagata la Rivoluzione Francese e se ne iniziavano a vedere gli effetti, in Abruzzo si fabbricava il tappeto in oggetto.
Inoltre i tappeti di Pescocostanzo sono il più delle volte – secondo il catalogo sopra citato – “non tappeti da pavimento, ma bancali, o coperte da letto o da tavolo”. A Pescocostanzo, di recente, tappeti di queste dimensioni sono stati posti anche alle pareti come piccoli arazzi.