Scisto verde, Pakistan, Swat, Butkara I, Arte del Gandhara, metà I sec. d. C. (Inv. 2080). 

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La testa femminile, leggermente inclinata verso sinistra, ha capelli resi da fitte linee parallele, con ciocche arricciate convergenti al centro della fronte, e acconciati sulla sommità del capo in un ciuffo laterale, stretto da tre giri di ghirlanda di fiori. Dai lobi delle orecchie pendono orecchini tubolari dei quali si conserva il profilo. Il volto, dagli zigomi alti, gli occhi allungati con iride e pupilla incisi e la linea continua delle sopracciglia leggermente arcuate, presenta dei motivi decorativi a rilievo, presumibilmente rappresentazione di tatuaggi: al centro della fronte è un disegno a forma di cuore che forse riproduce la foglia dell’albero ashvattha (ficus religiosa), l’’Albero dell’Illuminazione’ della tradizione buddhista; su ciascuna guancia, all’altezza degli zigomi, è invece incisa una fila di tre rosette.

Dove si trova

Museo delle Civiltà – Sezione Arte orientale “Giuseppe Tucci”

Sapevi che…

La testa proviene dall’area sacra buddhistica di Butkara I, sito della regione dello Swat, ove si sono svolti gli scavi della Missione Archeologica Italiana in Pakistan. L’opera deve essere ricondotta alla prima fase dell’arte gandharica ed è esemplare riferibile a quel gruppo stilistico che Domenico Faccenna chiamava ‘disegnativo’, per la “sensibilità lineare predominante sui volumi”, per il ricorso alla frontalità e per l’adozione di soluzioni compositive paratattiche, distinguendolo dallo stile ‘naturalistico’ di Butkara I, più recente di qualche decennio, ove la componente classica si manifesta con più evidenza. I piccoli tatuaggi o ‘segni di bellezza’ raffigurati sul viso di questa testa sono visibili anche in altre sculture femminili da Butkara I, che rappresentano probabilmente donne appartenenti a tribù locali nel ruolo di devote o di donatrici.
Nel nostro caso, la raffinatezza dell’acconciatura e dei gioielli indossati fa pensare a un personaggio femminile di rango elevato. Non è improbabile che il modello di tale figura muliebre sia da ricercare tra le genti dardiche del Chitral, le cui donne ancora oggi usano decorare il loro volto con motivi molto simili a quelli mostrati dalla testa da Butkara I. Questa mostra inoltre interessanti paralleli con alcune immagini di yakshini (divinità femminili degli alberi e spiriti della natura) e di donne raffigurate sulla balaustra che circondava lo stupa di Bharhut, monumento buddhista dell’India centro-settentrionale, databile tra il II e il I secolo a.C. Tali figure femminili, probabili rappresentazioni di donne delle tribù Kol dell’India centrale, mostrano ugualmente sul volto disegni che sono stati interpretati come decorazioni temporanee secondo la pratica del visheshaka, molto diffusa in India, o come tatuaggi. Il significato di tali segni è stato ricondotto a valori di buon auspicio, fertilità e guarigione o a significati legati alla vita spirituale dei fedeli