Elenco dei progetti educativi del Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini” dal 1993 al 2010.

Culture dell’abitare
Anni realizzazione: 1993 – 1995
Ambito disciplinare: Interdisciplinare

Il tema dell’abitare in culture lontane nello spazio e nel tempo è stato usato come pretesto per un esercizio comparativo fatto di associazioni e di smentite, teso a scardinare il paradigma evoluzionistico dell’unilaterale e progressiva storia dell’umanità; il tutto rapportato alla dimensione abitativa del mondo urbano contemporaneo, punto di partenza e di arrivo di ogni viaggio antropologico e storico.

Contenuti didattici
Confrontare oggetti ma anche modelli apparentemente analoghi, che il ragazzo sperimenta come portatori di specifiche valenze culturali, crea nella mente l’idea di una rete di culture e usanze che si sono succedute, che hanno convissuto, nel presente come nel passato, e sulle quali si fonda la complessità (sia tecnologica che culturale) del mondo attuale.

Obiettivi e finalità
Ricomporre in un discorso unitario le discipline rappresentate nel museo.
Riferire i diversi contesti culturali alla realtà contemporanea.
Fare interagire il passato e il presente attraverso la comparazione.
Costruire relazioni differenziali tra alterità sia storiche sia geografiche.
Aprire orizzonti transculturali.

Strumenti didattici
Corso di aggiornamento per gli insegnanti.
Questionario: “Abitare oggi”.
Laboratorio: “Diversi modi di osservare un contenitore”.
Audiovisivo: “Abitare nel mondo”.
Visite guidate, books tematici e laboratori sulle culture scelte dalle singole classi per l’allestimento finale (per la preistoria: Il Paleolitico, il Neolitico, Gli Appenninici, I Latini; per l’etnografia: Gli Inuit, i Lakota Sioux, I Dogon, i Tucano).

Realizzazioni
Mostra “Culture dell’abitare” (Museo Pigorini, Salone delle Scienze, giugno 1995 – maggio 1996; Museo di Pitigliano (GR), anno scolastico 1996/97). Catalogo “Culture dell’abitare. Un’esperienza didattica” a cura di V. Lattanzi, Editrice Le Balze, 1997.

Scuole coinvolte
Scuole elementari di Roma “Giardinieri”, “Via Ribotti”, “Leonardo Sciascia”; Medie Statali di Roma “Tommaso Grossi”, “Domenico Purificato”, “Camilla Ravera”; Scuola Media Statale di Cerveteri (RM) “Salvo D’Acquisto”; Liceo scientifico e linguistico sperimentale di Roma, Ostia Lido “Federico Enriques”.

Equipe del progetto
per il Museo (autori del progetto): Vito Lattanzi (responsabile del progetto); Alessandra Serges, Mario Amore, Antonino Garofalo , Anna Maria Conti (paletnologia); Donatella Saviola, Luciana Mariotti (etnografia); Veralùcia Ferreira De Souza (museografia).

I numeri del progetto
8 scuole, 12 classi, 350 alunni, 32 insegnanti, 8 esperti, 3 anni di attività, 13 sponsor.


Gli oggetti parlano
Anni realizzazione: 1997 – 1998
Ambito disciplinare: Preistoria, Etnografia

Il lungo viaggio dalla materia plasmata all’uso degli oggetti come segno culturale e simbolico.

Contenuti didattici
Dopo aver selezionato un certo numero di oggetti trovati stimolanti in occasione di un primo approccio alle sale espositive, i ragazzi vengono guidati attraverso un’analisi pluridisciplinare alla scomposizione dei reperti o dei contesti oggetto della ricerca, per giungere infine a una loro più approfondita ricontestualizzazione.

Obiettivi e finalità
Accanto al più ampio obiettivo di una educazione al patrimonio culturale, si mira a favorire la comprensione delle diverse modalità di lettura dei reperti archeologici ed etnografici.

Strumenti didattici
Visite guidate museografiche alle sale ed ai laboratori del Museo.
Materiale bibliografico per gli approfondimenti a scuola.
Schede di analisi degli oggetti e dei contesti.

Realizzazione
Mostra scolastica caratterizzata dalla presenza di riferimenti che consentivano di collegare in forma ipertestuale i temi trattati; CD ipertestuale a cura della scuola.

Scuole coinvolte
Scuola Media Statale di Roma “Giuseppe Gioacchino Belli”.

Equipe del progetto
per il Museo: Alessandra Serges, Mario Amore (paletnologia); Donatella Saviola (etnografia);
per la Scuola: Anna Licata (responsabile del progetto); insegnanti della sez. E in materie letterarie, matematica e scienze, educazione artistica, educazione musicale, lingua tedesca, lingua inglese; bibliotercaria della scuola.

I numeri del progetto
1 scuola, 3 classi (1 prime, 1 seconda, 1 terza), 7 insegnanti, 3 esperti, 1 anno di attività.


Gli oggetti e la comunicazione simbolica: Maschere, Divinità, Antenati – Riti, Rappresentazioni, Visioni
Anni realizzazione: 1999 – 2000
Ambito disciplinare: Interdisciplinare

Il progetto ha proposto la lettura critica e l’analisi riflessiva di una particolare categoria di reperti museali: gli oggetti rituali. Ciò al fine di favorire negli alunni, attraverso la comparazione di contesti culturali differenti, la comprensione dei significati simbolici connessi ai rituali della nascita, ai rituali funebri e al culto degli antenati.

Contenuti didattici
Rituali della nascita: dall’indistinto biologico all’identità culturale.

Rituali funebri e culto degli antenati
L’identità molteplice: travestimenti e disvelamenti. La maschera come soglia dell’identità e la sua funzione di ponte tra sé e altro-da-sé nella performance mitico-rituale.

Obiettivi e finalità
Il percorso logico-tematico del progetto si è basato su una prospettiva tesa a valorizzare soprattutto la dimensione immateriale del patrimonio conservato nel museo. I dati, gli oggetti e le rappresentazioni museali costituiscono un significativo pretesto per lo svolgimento di percorsi didattici che privilegiano, attraverso lo studio di testi orali e scritti (narrativa, poesia, miti, icone, ecc.), l’analisi storico culturale da cui provengono i reperti.

Strumenti didattici
Questionario introduttivo: “Gli oggetti e la comunicazione simbolica”.
Visite guidate e laboratori di contestualizzazione anche con sussidi audiovisivi e questionari sui temi specifici (per la preistoria: le Veneri paleolitiche, i reperti funerari; per l’etnografia: Africa – maschere, antenati, reliquiari, maternità).

Realizzazione
Mostra scolastica; Catalogo “Gli oggetti e la comunicazione simbolica: Maschere, Divinità, Antenati – Riti, Rappresentazioni, Visioni”, Sopr. Spec. al Museo Naz. Preistorico ed Etnografico “L: Pigorini”, 2000; Miniguida “Donne dal passato”, testi di M. Amore, verifiche didattiche e giochi A. Capolei, Sopr. Spec. al Museo Naz. Preistorico ed Etnografico “L: Pigorini”, 2001.

Scuole coinvolte
Scuola Media Statale di Roma “P.R. Formato”.

Equipe del progetto
per il Museo: Vito Lattanzi (responsabile del progetto); Alessandra Serges, Mario Amore (paletnologia); Donatella Saviola (etnografia);
per la Scuola: Maria Gabriella Miceli (responsabile del progetto); Amalia Capolei, Stefania Bussolari, Annamaria Lucchese, Gabriella Mandré.

I numeri del progetto
1 scuola, 7 classi (2 prime, 3 seconde, 2 terze), 5 insegnanti, 4 esperti, 1 anno di attività.


Così lontani, così vicini. Un’esperienza di educazione museale
Anni realizzazione: 1999 – 2000
Ambito disciplinare: Interdisciplinare

Il progetto si è concentrato sulla storia naturale dell’uomo nonché sulle problematiche antropologiche connesse al viaggio e ai contatti culturali.

Contenuti didattici
Le attività didattiche hanno utilizzato come punto di vista particolare il tema dell’alimentazione nelle culture preistoriche e l’uso simbolico del cibo in quelle etnografiche. I temi affrontati sono stati: il cibo e l’evoluzione umana; l’alimentazione nella preistoria: cibi di origine animale e cibi di origine vegetale; produzione e consumo del cibo in età preistorica; variazioni alimentari in età preistorica: la carne (Paleolitico), il pane (Neolitico), il formaggio (Età dei metalli); il cibo e l’uomo in contesti etnologici: sulle impreviste conseguenze dell’uso della patata (Oceania), Migrazioni umane e migrazioni alimentari (America)

Obiettivi e finalità
Integrare le risorse educative e formative della scuola attraverso la lettura comparativa e l’analisi riflessiva dei patrimoni di interesse paleoantropologico, paletnologico ed etnografico conservati in museo.

Ciao! Siamo i ragazzi delle classi seconde della scuola E. Paladini
In queste pagine web vogliamo illustrarvi il progetto che abbiamo iniziato al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”.
I nostri insegnanti attraverso la collaborazione con il Servizio Educativo della Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” hanno voluto farci utilizzare tutte le ricchezze di un’istituzione importante per farci ampliare le nostre conoscenze e approfondire attraverso esperienze di laboratorio, quello che apprendiamo in classe.
Le “ricchezze” di cui parliamo non sono solo gli oggetti esposti nelle vetrine ma anche i vari laboratori del Museo ed i saperi degli esperti che ci lavorano. L’obiettivo educativo del progetto consiste in esercitazioni sul significato e sulle funzioni del museo. Ma al centro del nostro lavoro abbiamo messo l’alimentazione perché essa è un aspetto fondamentale di tutta la storia dell’umanità.
Il progetto mira ad abituarci a comparare gli aspetti che riguardano il cibo in vari tempi e vari luoghi per imparare a comprendere le differenze esistenti tra le varie culture umane riguardo ad una pratica, quella dell’alimentazione, necessaria e comune a tutti.
La programmazione delle fasi del progetto si è svolta durante l’anno scolastico 1999-2000 ed è stata curata dai responsabili del Servizio Educativo del museo e dai proff: Battistelli, Berardi, Cardillo, Ciuccatosta, Malara e Valabrega.
La prima fase del progetto, avviata con i moduli in classe si è conclusa con una esposizione nella quale documentiamo le nostre esercitazioni e il nostro primo incontro con il Museo con i suoi laboratori, i suoi magazzini, le sue esposizioni e i responsabili delle sue tre sezioni: etnografica, paletnologica, paleontologica.
La seconda fase, si è svolta nell’anno scolastico 2000-2001 e ci ha visto partecipare, non solo come osservatori ma anche come protagonisti, a varie attività laboratoriali, distinte per ogni classe, articolate in cinque incontri con diversi esperti del Museo sulle tematiche seguenti:

  • Paleontologia
    Le testimonianze paleontologiche dell’evoluzione umana; la specie umana e il cibo.
  • Paletnologia
    L’alimentazione nella preistoria: reperti dal sito archeologico della Marmotta (lago di Bracciano).
  • Etnologia
    Oceania: Le conseguenze dell’uso della patata. Il grande viaggio nel Pacifico.
    America: Migrazioni umane e migrazioni alimentari. Simbologia e ritualità del cibo.

Già questa prima fase introduttiva, è stata molto istruttiva in quanto abbiamo appreso molte informazioni sul lavoro e sui saperi che stanno dietro all’esposizione di un museo e dobbiamo dire che ci ha affascinato molto.

Prima fase del progetto
Il Museo
Il museo è un posto dove si conservano delle cose, più precisamente è un’istituzione che ospita collezioni di interesse artistico, storico e scientifico esposte al pubblico perché possa conoscerle e ammirarle. Il termine museo deriva dal latino “museum”, che indicava in origine un tempio dedicato alle nove Muse; nel Rinascimento definiva invece una collezione di oggetti d’arte o di pregio.
La necessità di conservare raccolte, ha portato alla fondazione di musei di vari genere: musei storici, musei scientifici, musei universitari, musei di storia naturale, musei didascalici in cui ogni opera ha la sua didascalia. I musei dunque conservano ed espongono beni non solo artistici. I musei etnografici o quelli delle civiltà o delle tradizioni popolari conservano, ad esempio, beni che sono stati anche oggetti d’uso comune a testimonianza di usi, tradizioni e credenze dei diversi popoli. Anche questi sono beni culturali e possono essere messi in valore con didascalie che spiegano cosa sono, di cosa sono fatti ecc., oppure possono essere contestualizzati, cioè reinseriti, con modi di esposizione particolare nel loro contesto di uso o di produzione.
Dunque i beni culturali, o meglio il loro insieme, il patrimonio culturale, sono tutto ciò che un popolo considera un aspetto importante della sua cultura e della sua identità e che vuole tramandare di generazione in generazione. Esso sarà allora composto sia di beni materiali (prodotti artigianali o artistici, strumenti di lavoro…) che di beni immateriali (favole, canti, proverbi, credenze).

Luigi Pigorini e il Museo Preistorico ed Etnografico
Il Museo Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini”, che deve il suo nome e la sua fondazione all’illustre paletnologo e archeologo parmense Luigi Pigorini, conserva ed espone oggetti e prodotti di uomini lontani

sia nel tempo
Paletnologia. Scienza che indaga gli aspetti delle civiltà preistoriche, dai tempi più remoti fino all’apparizione della scrittura.

sia nello spazio
Etnologia. Studio dei costumi, delle tradizioni, della cultura materiale, dell’arte e delle forme di organizzazione sociale dei diversi gruppi umani. Nell’Ottocento, considerata ormai una scienza, fu associata agli studi di preistoria poiché allora si credeva, seguendo la teoria di Darwin, che, come le specie animali, anche le forme di vita dell’uomo si fossero evolute seguendo un percorso unico e lineare, più rapido per alcuni popoli, più lento per altri. Furono così studiati le civiltà e i popoli “primitivi”che abitavano i paesi africani o i territori appena scoperti (maori, guineani ecc.), quali esempi di come si viveva in occidente nella preistoria.

Contiene inoltre una sezione dedicata all’esposizione di reperti che riguardano l’evoluzione della specie umana e di altre specie animali
Paleontologia. Scienza che studia la storia evolutiva degli organismi animali e vegetali attraverso l’analisi dei fossili.
Il museo è una delle più importanti istituzioni internazionali per quantità e qualità di reperti posseduti e le sue collezioni etnografiche constano di oltre 60.000 oggetti prodotti dalla cultura indigena extraeuropea, provenienti dal museo Kircheriano (XVII sec.) o appartenenti a collezioni rinascimentali.
Inaugurato il 14 Marzo 1876 nel palazzo del Collegio, già sede del museo Kircheriano, tra il 1972 e il 1977 è stato trasferito nella sua attuale sede del Palazzo delle Scienze dell’EUR.

Luigi Pigorini
Luigi Pigorini (1842-1925) si dedicò prestissimo agli studi di paletnologia e di etnologia. Nel 1870 fu chiamato a dirigere una sezione a Roma della direzione generale di musei e scavi di antichità.
Diventato titolare della cattedra di paleontologia nell’università di Roma nel 1876, fu un vero maestro degli studi di preistoria in Italia e nel mondo e dalla sua scuola uscirono i migliori archeologi italiani della fine dell’Ottocento e del principio del Novecento.
Convinto assertore, come tutti gli studiosi suoi contemporanei, della possibilità di considerare le testimonianze etnografiche attuali come fonti per studiare la preistoria del mondo occidentale, egli pensò di fondare a Roma un grande museo preistorico-etnografico che iniziato in forma molto ridotta divenne uno straordinario museo per la competenza e abilità del Pigorini ; esso divenne infatti uno dei più importanti musei di questa specie nel mondo e fu giustamente intitolato Pigorini dopo la sua morte.


Come una piccola Atlantide… Il villaggio neolitico sommerso de “La Marmotta” (Anguillara Sabazia, Roma)
Anni realizzazione: 2000 – 2001
Ambito disciplinare: Preistoria

Dal 1989, sul fondale del lago di Bracciano, la Soprintendenza esplora uno dei più importanti siti neolitici del VI millennio a.C. In un processo teso a promuovere l’integrazione fra scuola e territorio, i ragazzi sono stati guidati anche alla comprensione del loro ambiente attuale e delle sue risorse, per poter rivivere emozionalmente la vita quotidiana degli abitanti neolitici del villaggio de “La Marmotta”.

Contenuti didattici
Oltre a stimolare la curiosità degli alunni verso l’ambiente in cui vivono, si è voluto favorire la capacità di operare periodizzazioni attraverso lo studio di fenomeni che hanno determinato profonde trasformazioni storiche, promuovendo la fruizione dei beni archeologici come strumento per comprendere i molteplici aspetti delle culture del passato.

Obiettivi e finalità
Il progetto è nato dall’idea di favorire l’integrazione tra Scuola e Territorio, sviluppando conoscenza e approfondimenti di studio su realtà locali che rivestono interesse culturale e storico.

Strumenti didattici
Incontri di laboratorio, analisi dei reperti, attività grafiche e narrative, ricerche, visite all’esposizioni, filmati e proiezioni di diapositive e laboratori di contestualizzazione paeleoambientale e di attività artigianali.

Realizzazione
Mostra scolastica; catalogo dela mostra “Come una piccola Atlantide… Il villaggio neolitico sommerso de “La Marmotta” (Anguillara Sabazia, Roma)”, Sopr. Spec. al Museo Naz. Preistorico ed Etnografico “L: Pigorini”, 2001; “Come una piccola Atlantide… Il villaggio neolitico sommerso della Marmotta”, Anguillara, 2001.

Scuole coinvolte
Scuola elementare della Direzione Didattica Statale di Anguillara Sabazia (Roma).

Equipe del progetto
per il Museo: Maria Antonietta Fugazzola Delpino, Antonio Salerno (coordinatori); Alessandra Serges, Mario Amore (paletnologi);
per la Scuola: Angelo Bianchini (coordinatore); Nicoletta De Battistis, Federica Frabetti, Vincenza Incorvaia, Laura Palma, Natalina Paolini, Maria Pecorelli, Giuseppina Pellicano, Teresina Pisani, Paola Vanturi, Manuela Vitangeli (insegnanti).

I numeri del progetto
1 scuola, 5 classi, 110 alunni, 10 insegnanti, 4 esperti, 1 anno di attività.


Museo e territorio
Anni realizzazione: 2000 – 2002
Ambito disciplinare: Preistoria

Il progetto ha guidato i ragazzi verso un utilizzo del museo come luogo dove riconoscere i segni della storia di un territorio, nella fatttispecie il Lazio e l’area dei Colli Albani, dal paleolitico alle soglie della storia.

Contenuti didattici
I ragazzi sono stati guidati alla conoscenza del territorio della propria regione attraverso un excursus storico-archeologico che li ha guidati all’analisi del popolamento del Lazio e dei Colli Albani con particolare riferimento alle vie d’acqua (fiumi e laghi vulcanici).

Obiettivi e finalità
Educare ad uno sguardo critico e attivo nei confronti dell’oggetto archeologico e del percorso che esso fa dal momento del ritrovamento alla sua musealizzazione; quest’ultima è stata letta ed interpretatata attraverso le scelte museografiche adottatte nei diversi settori del percorso espositivo.

Strumenti didattici
Schede di analisi degli oggetti e dei contesti.
Visita guidata museografica alle sale del Museo attraverso il questionario: “L’emergere dell’0ggetto archeologico”.
Visite guidate e laboratori di contestualizzazione anche con sussidi audiovisivi e questionari sui temi specifici (ad es. occupazione del territorio nel Paleolitico e ipotesi ricostruttiva di vita quotidiana attraverso il racconto interattivo “Una giornata nella preistoria”).

Realizzazione
Mostra scolastica.

Scuole coinvolte
Scuola Media Statale di Marino (Roma) “G. Carissimi”.

Equipe del progetto
per il Museo: Vito Lattanzi (coordinamento); Alessandra Serges, Mario Amore (paletnologia);
per la Scuola: Tina Parente (coordinamento); C. Levantesi.

I numeri del progetto
1 scuola, 1 classe, 2 insegnanti, 2 esperti, 2 anni di attività.