Come è noto i Greci e i Romani chiamavano lo Yemen Arabia Felix per la ricchezza delle spezie che vi erano prodotte. Queste spezie erano esportate verso Occidente lungo le vie carovaniere che attraversavano la Penisola arabica fino ai porti del Mediterraneo. Dopo i Romani gli italiani che raccontarono il Paese dell’incenso furono Marco Polo e Ludovico de Verthema. Dopo di loro è la volta del geografo Giacomo Castaldi nel XVI secolo che per conto della Repubblica di Venezia disegnò la prima carta geografica della Penisola Arabica che includeva anche lo Yemen.

Lo Yemen compare nuovamente nella letteratura di viaggio italiana solo nel 1800, il secolo delle grandi scoperte archeologiche nel Vicino Oriente e delle esplorazioni via terra, non più appannaggio dei missionari e dei mercanti ma di studiosi, botanici, geografi, sostenuti da istituzioni pubbliche e private. All’alba dell’Unità d’Italia il nostro Paese è praticamente assente in questa parte dell’Asia: bisognerà aspettare il 1877, quando Renzo Manzoni effettuerà il suo viaggio in Yemen. Renzo Manzoni, geografo, etnologo, botanico, nipote del famoso Alessandro, rimarrà in Yemen fino al 1880, compiendo tre spedizioni nella regione di Sana’a che lo porteranno a scoprire nuovi territori. La sua opere El Yemen è di grande interesse scientifico, non solo per le accurate osservazioni, scritte con prosa vivace, ma anche per la carta geografica annessa con gli itenerari che lo portarono in zone inesplorate del Paese, per la planimetria della città di Sana’a e per le numerose fotografie da lui eseguite. La sue descrizioni sono quelle di un uomo attratto dall’avventura, ammaliato dal nuovo, dal desiderio di conoscere, di fare nuove esperienze e di colmare le proprie curiosità.

La planimetria della capitale (fig. 3) dello Yemen e le fotografie sono oggi conservate a Roma presso l’Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana.

Renzo Manzoni to Yemen Discovery

As we know the Greeks and the Romans called Yemen Arabia Felix for the richness of spices that were produced. These spices were exported to the West along the caravan routes crossing the Arabian Peninsula up to the Mediterranean ports. After the Romans, the Italians that tell the country of incense were Marco Polo, and Ludovico de Verthema. After them, it was the turn of the geographer Giacomo Castaldi in the sixteenth century, on behalf of the Republic of Venice, drew the first map of the Arabian Peninsula which included Yemen

Yemen appears then in the Italian travel literature only in 1800, the century of great archaeological discoveries in the Near East and overland exploration, no longer the prerogative of the missionaries and the markets, but of scholars, botanists, geographers, supported by public and private institutions. At the dawn of the Unification of Italy, our Country is practically absent in this part of Asia: it must wait until 1877, when Renzo Manzoni realize his journey to Yemen. Renzo Manzoni, geographer, ethnologist, botanist, grandson of the famous Alexander, will remain in Yemen until 1880, making three expeditions in Sana’a region that will lead him to discover new territories. His works El Yemen is of great scientific interest not only for accurate observations, written in lively prose, but also for the adjoining map, for the plan of the city of Sana’a and for the numerous photographs that he performed. His descriptions are those of a man, attracted by the adventure, fascinated by the new, the desire to know, to make new experiences and to fill their curiosity.

The capital plan of Yemen (fig. 3) and the photographs are preserved today in Rome at the Photographic Archive of the Italian Geographic Society.