Mohafazah di Idlib, Siria settentrionale

[a cura di Paola D’Amore]

Il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ (Dipartimento di Vicino e Medio Oriente Antico) partecipa dal 1987 al “Progetto Afis”, iniziato nel 1986. Si tratta di una ricerca archeologica condotta delle Università di Firenze, Pisa, Bologna, Roma “La Sapienza”, Viterbo, Sassari, Damasco, della Direzione delle Antichità e dei Musei di Siria, del Museo Archeologico di Idlib (Siria), dell’Istituto per lo Studio della Civiltà Egea e del Vicino Oriente, dell’Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo antico e dell’Istituto per le Tecniche applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tale progetto è diretto e coordinato dalla Prof.ssa Stefania Mazzoni (Università di Firenze).

Oltre allo scavo del sito di Tell Afis e alla prospezione nella sua regione, il progetto comprende un programma multidisciplinare di ricerche sullo sviluppo, trasformazione e crisi delle società del Levante e dei processi interculturali nel Mediterraneo orientale.

Storia del sito

Tell Afis sorge su un costone carcareo al limite meridionale della piana alluvionale del Jazr, dominando le antiche direttive viarie che raggiungevano il Mediterraneo, l’Eufrate, la Jezirah, e la piana dell’Amuq. Il sito conobbe una lunga ed interrotta vita urbana dal IV millennio a.C. al VII secolo a.C. e oltre, mentre le prospezioni condotte nella regione delineano e ricostruiscono non solo i meccanismi e i tempi degli insediamenti dell’area, ma anche lo sfondo socio economico che vede il sorgere di Afis come centro culturale e storico.

Visitato negli anni ’30 del XX secolo dai grandi orientalisti W.F. Albright e R. Doussaud, era uno dei centri archeologici più celebri, per la scoperta, avvenuta nel 1903, della parte inferiore di una stele in basalto (conservata al Museo del Louvre), dedicata da Zakkur, re di Hamath e Lu’ash al dio della guerra Iluwer ed eretta nella città di Hazrek. Nelle fonti storiche di IX e VIII secolo a.C. Hazrek è citata come la capitale del regno di Hamath e Lu’ash.

Dopo le campagne assire del 772, 765 e 755 a.C. la città conosciuta come Hatarikka nelle fonti contemporanee e Hadrach nella Bibbia fu definitivamente conquistata dal re assiro Tiglathpileser III (738 a.C.) e trasformata in provincia.

In epoca medievale, lo storico arabo Ibn al-Qalanisi ricorda la difficile conquista di Afis ad opera di Nur ed-Din, (1153/548 E.) e le fonti attestano che nel XV secolo faceva parte della regione del Jazr, densamente urbanizzato come in antico.

La consistente documentazione portata alla luce sulle pendici dell’Acropoli ovest del Periodo del Bronzo Tardo I-II (1600-1200 a.C.) potrebbe confortare l’identificazione di Afis con la città di Apsuna, citata nei testi di Yabinu di Ugarit e con l’Apsu (-ia), del prologo del trattato tra Shuppiluliuma di Hatti e Shattiwaza di Mitanni. L’identificazione di Afis con Hazrek, è confortata, non solo dalla stele di Zakkur, ma anche da un ostrakon, rinvenuto nell’Area G, con il nome del dio Iluwer e un frammento di stele che nomina Haza’el, re di Damasco, contemporaneo di Zakkur, rinvenuto nel vestibolo dell’edificio templare A1.

Storia degli scavi

Il sito si presenta di forma tondeggiante (500 x 570 m) con un’ampia Città Bassa ed una Acropoli che s’innalza decentrata nella parte nord.

I primi sondaggi furono condotti tra il 1970 ed il 1978 dalla Missione Archeologica Italiana dell’Università “La Sapienza” di Roma, diretta da P. Matthiae, sul versante occidentale (area A) e sul versante sud (area C) dell’Acropoli. Il nuovo progetto di scavi e prospezioni, diretto da S. Mazzoni (Università di Firenze) a partire dal 1986 ha consentito di ampliare e definire il quadro documentario e cronologico.

Lo stanziamento più antico risale al Tardo Calcolitico (fase Afis II: 3800-3100 a.C.), portato alla luce nel 1988 nell’Area E, sul pendio occidentale dell’Acropoli. E’ rappresentato da un’imponente cinta muraria urbana con fondazioni in pietra disposta a terrazza, coperta da un alzato in ciottoli, argilla cruda e mattoni. costruita alla fine del periodo della locale sequenza. Lo stanziamento doveva occupare tutta l’acropoli, come indica la ceramica raccolta nell’area delle mura dell’Acropoli est (Area N). Nel livello di collasso della fase più antica della città sono stati raccolti sigilli a stampo e a cilindro con soggetti geometrici ed animalistici. La ceramica raccolta, la Chaff Faced Ware e le Coba Bowls, ha paralleli con quella Tardo Calcolitica della Siria settentrionale e dell’Anatolia Orientale.

Scarsamente abitata durante il periodo del Bronzo Antico II e III (Afis III, 3100-2500 a.C.), i cui materiali sono stati raccolti nei livelli superiori del muro Tardo Calcolitico, l’area fu rioccupata durante il Bronzo Antico IV A- B (Afis IV 2500-2000 a.C.).

Durante il Bronzo Antico IV B (2250-2000 a.C.) lo stanziamento si amplia: la città si presenta con strutture ben pianificate a carattere domestico ed industriale con fornaci per la cottura della ceramica e una serie di istallazioni connesse con tale attività (Area E 3). Tra i materiali raccolti nel livello databile all’ultima fase del Periodo compaiono alcune coppe in alabastro importate dall’Egitto.

All’inizio del Bronzo Medio I (Afis V, 2000-1800 a.C.) Afis si presenta interamente fortificata. La Città Bassa era circondata da un muro in mattoni crudi portato alla luce per una lunghezza di m. 30 e per una altezza di m. 2. senza raggiungere ancora le fondazioni. (Area B1), mentre l’Acropoli aveva una recinzione (aree E3 e N) in mattoni crudi su fondazioni in pietra, protetta all’esterno da un secondo muro più basso, costruito probabilmente al tempo del regno di Ebla. Durante questa fase il muro di recinzione subì alcune modifiche strutturali: lo spessore fu raddoppiato (da m. 1,60 a m. 3,50/4,00) la porta di accesso più antica, decorata da ortostati e da una soglia in pietra fu chiusa e fu aggiunto un secondo muro di supporto.

Tra il XIII e il XII secolo a.C. la regione di Afis, era parte del regno di Nuhashe che gravitava nell’orbita amministrativa hittita. Dopo un lungo periodo di declino durante il Bronzo Medio II (1800-1600 a.C.) e l’inizio del Bronzo Tardo I (Afis VI: 1600-1400 a.C.),la città conosce un nuovo sviluppo nel Bronzo Tardo II (Afis VI: 1400-1200 a.C.). Importanti edifici come la Residenza e l’Edificio a Pilastri furono costruiti sul lato ovest dell’acropoli (Area E4b), con ambienti destinati allo stoccaggio e con numeroso materiale in posto. Le ceramiche hanno permesso la definizione di un orizzonte regionale locale, che evidenzia da un lato la continuità della tradizione vascolare, e dall’altro le graduali trasformazioni che hanno portano ad una produzione massificata della stessa.

La Residenza affacciava su un asse viario con un ampio portico a tre ingressi: quello principale era fiancheggiato da monoliti calcari alti circa 2 m. ed introduceva in due ambienti, mentre gli altri conducevano rispettivamente ad una scalinata in pietra ed ad un cortile aperto. A sud dell’asse viario sorgeva un secondo edificio – l’Edificio a Pilastri – delimitato da un robusto muro di recinzione, e caratterizzato da un vano con quattro pilastri rettangolari allineati. A differenza della Residenza che fu distrutta da un violento incendio, l’Edificio a Pilastri fu riempito con un interro artificiale, spesso ed uniforme, sul quale fu edificata una nuova costruzione.

Il Periodo del Ferro I (Afis VII: 1200-950/900 a.C.), ben documentato, si manifesta ad Afis come una fase di rinnovamento edilizio e culturale. Esso è stato portato alla luce nelle aree E4, N e G dove quartieri domestici ben pianificati furono costruiti e restaurati tra la metà del XII e l’inizio del IX secolo a.C. L’orizzonte ceramico del periodo, caratterizzato da una consistente presenza di manufatti ciprioti ed egei e da ceramiche di fabbricazione locale, testimonia un processo d’interrelazione culturale e perfino d’integrazione dell’area del Mediterraneo orientale. Nell’acropoli occidentale l’area occupata dalle strutture del Bronzo Tardo II fu riorganizzata come spazio aperto con fosse e siloi accuratamente costruiti, legati allo stoccaggio di derrate alimentari.

Le fasi del Ferro II (Afis VIII: 950/900-700 a.C.) e III (Afis IX: 700-550 a.C.) sono ritenute essere quelle in cui Afis si afferma come stato centralizzato. Gli scavi, sulla cinta muraria (Area B2-3) e sull’Acropoli (Aree A, J, G), hanno permesso di ridefinire la sequenza culturale di questo periodo in relazione all’arrivo e all’integrazione in un tessuto urbano degli Aramei.

La fase del Ferro II è stata portata alla luce nell’area B in un edificio con materiale in posto, distrutto da un violento incendio, nella cinta muraria della Città Bassa, spessa ora oltre m. 5, eretta senza fondazioni in pietra sul muro livellato del Bronzo Medio e nell’area sacra sull’Acropoli ovest

La città raggiunse la sua massima ampiezza durante il I millennio a.C.: la Città Bassa tra il IX e il VII secolo a.C. e l’Acropoli, tra il XII al VII secolo a.C. Per questo periodo Afis fornisce la sequenza più lunga e completa della Siria Settentrionale, colmando la frattura del passaggio Bronzo Tardo/Ferro e documentando la complessa trasformazione culturale in atto nel Levante settentrionale

Sull’Acropoli est è edificato un nuovo edificio (Area G) con probabile funzione cerimoniale e statale. Si tratta di uno spazio aperto di 15,50 x 15 m. forse collegato ad una struttura templare, che si sospetta sorgesse nelle vicinanze del moderno cimitero L’Acropoli ovest invece era occupata da una imponente struttura conservata in gran parte solo nelle fondazioni, che misura sull’asse nord/sud m. 32 e circa m. 22 sull’asse est/ovest. L’edificio riconducibile ad un tempio in antis a pianta tripartita- ingresso, vestibolo, lunga sala con stretto ambiente posteriore-, è completato da vani sui lati lunghi e da due torri aggettanti agli angoli sud/ovest e sud/est che segnano l’ampio ingresso. L’edificio ha sofferto nell’area meridionale e in quella centrale di una sistematica spoliazione nella tarda antichità e probabilmente anche in tempi più recenti, che ha trasformato la struttura in una grande cava di pietre. Davanti al Tempio AI si apre una vasta corte aperta intonacata con istallazioni cultuali.

L’orientamento nord/sud dell’edificio, in contrasto con quello sud/est – nord/ovest degli edifici più antichi (A II, AIII), rinvenuti nei livelli più profondi e meglio conservati, sui quali è stato fondato il tempio AI e lo spessore delle mura di fondazione (m. 2.60), indica che durante il Periodo del Ferro III (VII secolo a.C.), dopo la trasformazione in provincia assira, fosse in atto una nuova pianificazione monumentale dell’Acropoli, che non fu tuttavia portata a compimento.